mercoledì 21 febbraio 2007

Comunità virtuale per gestire emergenze


Stati Uniti. Gli studiosi Ben Shneiderman e Jennifer Preece, partendo dalla constatazione che i disastri di massa non sono ben gestibili dai soli operatori del numero di emergenza, stanno studiando un sistema online, analogo a quello in uso nei social network come MySpace, da affiancare al numero per le emergenze.


Il social network è in ottima salute e cresce. Entra in ogni ambito della nostra vita, ora si rende anche utile per le emergenze di massa. Negli U.S.A. i cittadini in difficoltà sanno sempre quale numero comporre sul proprio telefono, perchè è semplice e soprattutto uno, il 911. Inondazioni, crolli, incidenti aerei e quant'altro generano caos e mobilitazione di forze. Per gestire al meglio questi eventi è fondamentale la coordinazione di enti pubblici e privati, e dei soccorsi della gente comune. E l'internet è abbastanza matura da potersene occupare. Shneiderman e Preece propongono una community response grid, un network di cittadini che collaborano con i servizi di emergenza attraverso la rete internet.



Il web offre numerose opportunità, sfruttando il concetto di comunità di pratiche:



- permette di scrivere testi, informazioni che rimangono nel tempo, fissati su un media che è anche testuale
- permette di aggiornarli in tempo reale, inserendo video, foto
- permette di coordinare operazioni in concerto con un numero di interlocutori ben superiore a quanto è permesso dalla semplice linea telefonica, che in momenti di forte stress sulle linee rischia di non reggere il carico di utenti in contemporanea.
- permette a ciascun utente di dare una descrizione dettagliata di quanto riesce a vedere e scoprire. Non esiste ridondanza: qualsiasi dettaglio può costruire un pezzetto del mosaico dell'emergenza.
- se le infrastrutture necessarie alla comunicazione saltano, ripristinare la rete è molto più facile che riallacciare le linee telefoniche disastrate.


La domanda che sorge spontanea è: come mai in Italia non c'è nemmeno un numero unico per le emergenze? A seconda del caso bisogna, a volte non senza sforzo, rammentare diverse triplette di numeri, 112, 113, 115, 118, ed è facile fare confusione. Più immediato, un unico centro di smistamento di tutte le richieste di aiuto. Si stà lavorando, e il numero unico dovrebbe arrivare anche da noi entro la fine di quest'anno.

Linee guida per l'analisi di usabilità



Usability.org ha messo a disposizione gratuitamente la verisione PDF del libro "Research-based Web design and usability guidelines", un'ottima guida di usabilità a cura dell' U.S. Department of Health and Human Services.
La guida è ora scaricabile in formato PDF (161 MB), oltre che essere acquistabile anche in versione cartacea al costo di 35$ fuori dagli Stati Uniti.
Lle linee guida per effettuare un buon lavoro di usabilità presentate nel libro sono valutate in base al grado di evidenza empirica. Per ognuna di esse sono citate le ricerche principali che hanno portato alla definizione della linea guida. Inoltre per ognuna è fornito anche un giudizio (dato da un insieme di esperti) sul grado di importanza e sulla robustezza empirica (cioè quante prove ci siano che la linea guida è valida).
La prefazione dell'opera è di Ben Shneiderman. Una prefazione che vale la pena di leggere. Ecco un passaggio, tradotto: “Le linee guida dovrebbero essere qualcosa di più dell’illuminata opinione di una persona, ma non sono standard rigidi che possano formare la base di contratti e leggi”.
Le linee guida sono uno viste come uno strumento di sviluppo e riflessione, che serve a orientare, diffondere conoscenza, stimolare altre ricerche e far discutere la comunità dei designer, ma non garantiscono nulla e devono essere applicate ai diversi contesti. Forse un approccio che tenga presente il fattore umano.